Nel mondo dell’intelligenza artificiale, si sente spesso parlare di “allucinazioni”. Il termine non è casuale: si usa per indicare quegli errori in cui un modello generativo — come un chatbot o un generatore di immagini — produce un contenuto che appare coerente e credibile, ma è in realtà falso o inventato. Ma cosa succede se, invece di respingere questi errori, iniziamo a considerarli come materiale creativo? E se, da limiti tecnologici, diventassero nuove forme d’espressione?
Indice
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- Cosa sono davvero le allucinazioni dell’IA?
- Esempi reali di allucinazioni usate in chiave artistica
- Allucinazioni, sogni e cultura visiva
- Prompt surreali: come provocare l’errore creativo
Cosa sono davvero le allucinazioni dell’IA?
Quando parliamo di allucinazioni dell’IA, ci riferiamo ai casi in cui un’intelligenza artificiale genera contenuti che sembrano plausibili ma sono in realtà errati o inventati. Un chatbot, ad esempio, può creare una citazione che non è mai stata pronunciata. Un generatore di immagini può produrre mani con sei dita, un errore che nasce dalla comprensione imperfetta dei dati. Nei video deepfake, l’IA può combinare volti e voci in modo tale da creare una scena completamente falsa, come se fosse un sogno disturbante. Il motivo? Le IA non “conoscono” la verità. Funzionano per approssimazioni statistiche: completano frasi, immagini o movimenti sulla base dei dati su cui sono state addestrate, senza una comprensione del mondo reale.
Questi contenuti possono essere divertenti, inquietanti o ingannevoli. Dipende da come vengono usati e dal contesto. Quando però vengono spinti al limite, diventano materiale ideale per chi vuole esplorare l’estetica dell’errore.
Esempi reali di allucinazioni usate in chiave artistica
Uno dei casi più noti è “The Frost”, un cortometraggio sperimentale generato interamente da IA. Le immagini sono state create con DALL·E 2, mentre i movimenti facciali sono stati animati con D-ID. Il risultato è una narrazione surreale, dove i personaggi parlano con volti che si contorcono leggermente, come in un sogno disturbante.
Anche online, sono emersi corti virali e progetti d’arte in cui IA genera immagini surreali: mani con troppe dita, hamburger che mangiano altri hamburger, bambini con sguardi inquietanti. Molti di questi sono stati raccolti e analizzati da a revolt magazine, in un articolo che mette in luce l’emergere di una nuova “glitch art” digitale.
Allucinazioni, sogni e cultura visiva
Nel cinema tradizionale, l’uso delle IA sta sollevando dibattiti anche etici. Il film “The Brutalist”, nominato agli Oscar, ha usato l’intelligenza artificiale per correggere l’accento ungherese degli attori, rendendo la recitazione più “neutra”. Secondo Vanity Fair, la scelta ha aperto discussioni su cosa significhi autenticità in un’epoca in cui possiamo alterare perfino il modo in cui una voce suona.
Parallelamente, sta emergendo un linguaggio visivo tipico delle IA: figure umane morfiche, ambienti che sembrano fondersi come quadri surrealisti, soggetti che mutano in tempo reale. Questa “estetica morphing” è destinata a diventare uno stile riconoscibile, non solo un effetto collaterale.
Le allucinazioni delle IA somigliano molto ai sogni umani. L’analogia è potente: entrambi i processi combinano frammenti di dati (esperienze, immagini, parole) in modo non lineare, creando narrazioni bizzarre, a volte poetiche, a volte incomprensibili.
Prompt surreali: come provocare l’errore creativo
Non tutte le allucinazioni nascono per caso. Alcune possono essere indotte volontariamente, scrivendo prompt ambigui o volutamente astratti. Puoi chiedere all’IA le cose più assurde e ottenere dei risultati affascinanti.
Ti mostro alcuni risultati che ho ottenuto da Bing Image Generator, lascio a te decidere se sono ‘artistici’.
Prompt: ““Dipingi un’auto che si trasforma in un pesce mentre attraversa un tunnel al neon”.

Prompt: “Genera un volto inquietante con tratti sfocati ed espressioni mutevoli, come se stesse sfumando in un sogno”. Il risultato è degno di un film horror.

Prompt: “Crea l’immagine di una donna che si fonde nella natura generando bellissimi fiori di ogni colore, che irradia una sensazione di pace e rinascita“

Quando un prompt è vago o ambiguo, il modello ha meno vincoli e finisce per colmare le incertezze con soluzioni imprevedibili, spesso surreali. Proprio in questa zona d’ombra tra logica e interpretazione nasce l’occasione per dare forma a qualcosa di nuovo. Lascia spazio alla tua immaginazione: prova, sperimenta, inventa. Usa i tuoi prompt per generare arte che non esisteva prima.
Se non sai che tool usare, dai un’occhiata alla sezione AI tool per Generare Immagini!


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